IL MESSAGGIO ALL' UMANITA' ( 1940 - Charlie Chaplin )
https://youtu.be/JmtJWuY2ffs
LA CONVIVENZA UMANA
fra Diritti e Doveri
L'argomento è di estrema importanza e delicatezza. Se vogliamo seguire il percorso della ragione , dobbiamo necessariamente constatare quanto la natura dell'essere umano sia "diversa " da quella di tutti gli altri esseri viventi . Una cosa è ritenere che talune razze di animali siano più "intelligenti " rispetto ad altre , e ciò , si può bene verificarlo ; altra cosa è voler definire la "intelligenza umana " soltanto come uno stadio evolutivo di natura fisiologica , come una scala di progressiva continuità rispetto al mondo animale. Intelligenza è capacità di apprendere , sulla base della esperienza. I comportamenti di tutti gli esseri viventi registrano continuamente processi di adattamento alle diverse situazioni ambientali , i quali "ubbidiscono " istintivamente ad un sistema di regolazione naturale , volta al mantenimento di ogni specie. Diversa è la storia che riguarda l'uomo.
Ciò che guida la intelligenza umana è la " mente " ., il " pensiero " . Una caratteristica unica nel mondo naturale , che consente a ciascun essere umano di prendere decisioni in modo individuale e assolutamente autonomo . Un pensiero e una mente che travalicano i confini stessi stabiliti in natura , capaci di apportare profondi mutamenti nel mondo reale naturale , trasferendo le idee in comportamenti e manipolazioni , anche molto incisive , a volte sconvolgenti.
Fenomeni che nel corso della umana esistenza hanno indotto la cosiddetta "ragione " a creare talune regole "morali " , "etiche ", idonee , al fine di mantenere la convivenza fra gli uomini in una condizione di "equilibrio " . Stabilendo norme comportamentali che facciano convivere da una parte la esigenza umana di far valere i propri diritti , dall'altra parte imponendo il riconoscimento di taluni doveri . Ma si sa , nel corso degli anni , dei secoli , le società umane hanno registrato e continuano a registrare mutamenti profondi , sia nel modo di vivere , sia nel modo di pensare . Si va constatando , di giorno in giorno , che ciò che sembrava ieri dovesse durare , all'improvviso si trasforma in qualcos'altro e in modo anche radicale , al punto che spesso ci si domanda se sia conveniente resistere mentalmente a tali mutazioni e soprattutto attenendoci ad una certa morale , rischiando però di rimanere "emarginati " da un contesto di trasformazioni irrefrenabili , in cui gli stessi concetti e " valori " o principi morali , di diritti e doveri , vengono macinati , quasi brutalmente , finendo in pasto a bocche sempre più affamate di "individualismo " , di " egocentrismo " del " super-io " ., mortificando e schiacciando sentimenti umani , primari , di fondamentale rilevanza , istintivi e psicologici , chiaramente naturali . Come quello di venire al mondo e di crescere e di sviluppare la propria vita , nel modo e secondo schemi che la Natura ha stabilito riguardo a tutti gli esseri viventi sulla terra e di farlo insieme a persone che ne seguano il percorso e che non abbiano la presunzione fallace e assai rischiosa di dominarli e farne uso a piacimento.
Cosa è un diritto? E cosa è un dovere? Cosa è prevalente tra due diritti quando l'uno entra in conflitto con l'altro? Un "diritto" quando rischia di essere un privilegio se non un abuso? Qual'è il parametro di misura perché un desiderio possa acquisire la dignità di diritto? E gli stessi quesiti si impongono al valore che chiamiamo "dovere". In genere non si è parlato molto sulla legittimità dell'uso di questi valori e del " dovere" si è troppo taciuto. Io vorrei proporre il dilemma sul "diritto" alla paternità e maternità e sul diritto di un bambino ad avere un papà e una mamma: qual'e' eticamente il "diritto" prevalente e perché? Imporre a un neonato due papà o due mamme ( dal punto di vista biologico una forzatura ) è un diritto per chi ne ha il desiderio o è un abuso? Decidete di non dichiarare il sesso del neonato all'anagrafe e lasciare che lo stesso lo scelga in seguito, dopo che avrà deciso se vorrà essere maschio o femmina, è una conquista di libertà o una manifestazione di un'aberrante concezione del uomo la cui " libertà " può superare anche le basilari leggi della natura' ? In altre parole è o non è l'affermazione di un" superuomo" capace di superare ogni vincolo per l'affermazione di sé?
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