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lunedì 18 dicembre 2017

IL PONTE SENZA CONFINI - La mente e l'ansia -

  

                  IL  PONTE  SENZA  CONFINI  
                      “    ilponteazzurro.blogspot.com   “







            



                           LA  MENTE   E  L’ANSIA



  SUGGERIMENTI  TERAPEUTICI   MENTALI  PER  UNA  VITA  SANA  E  GIUSTA



Vi  accorgerete  che  a ciascuno di voi  riuscirà  senza dubbio molto utile , anche se non sufficiente , saper adottare e praticare una terapia mentale autogena , basata sulla  riflessione  e memorizzazione  dei suggerimenti , qui sotto elencati ,  i quali , però  , devono saper essere  trasferiti  in adeguati e corrispondenti  comportamenti  individuali  nel corso delle nostre quotidiane attività di vita , allo scopo di migliorarne  la qualità e l’efficienza , e soprattutto al fine di riacquisire  un  equilibrio psico-fisico  in noi stessi  e  nei rapporti  con il mondo esterno.



Di ogni pensiero della tua mente il tuo corpo ne risente .

 Se il male vuoi allontanare , sempre al bene devi pensare.


Non devi aver timore di non saper trovare la soluzione migliore .



Tutta la realtà intorno a noi è energia . Noi stessi siamo fatti di energia e siamo energia.  Anche il nostro pensiero è energia . L’energia che è in ciascun essere  vivente , è l’energia vitale , costruttiva, produttiva,  e che però  ha un suo ciclo , più o meno lungo , in base non solo alle caratteristiche fisiologiche individuali , ma anche in relazione ai fattori e agenti esterni , la cui energia spesso  si contrappone ad essa  , per  distruggerla e annientarla . 

 Per tale motivo , ogni individuo è dotato di agenti interni , chiamati “ anticorpi “ , deputati alla difesa dell’integrità del corpo , cui appartengono ,  e il cui compito è quello di contrastare gli attacchi degli agenti esterni  contrari , con il fine di annientarli.

Ed è a tal proposito che entra in gioco la mente , il pensiero . L’energia del pensiero  è anch’essa una forza , la cui potenza ed efficacia è enorme , ma che non è saputa sfruttare  da ogni individuo , a causa della sua incapacità a saper convogliare tale energia positiva per rinforzare le proprie  difese organiche .
Pertanto , è fondamentale  saper esercitare la propria mente , in modo costante e in maniera tale che il nostro pensiero sia rivolto a far confluire più energia possibile ai nostri anticorpi e a ridare al nostro essere , sotto l’aspetto psicologico , rinnovate risorse .   A tale scopo è assai utile ed efficace anche  la fede , la preghiera , quella forza del pensiero “ positivo “  rivolto verso il “bene “ .



L’ansia  è un fenomeno  umano  , senza dubbio naturale , fisiologico  e che è generato  dalla percezione soggettiva di situazioni  di incertezza , di aspettativa su eventi anche buoni , o per paura di un pericolo o di insicurezza  su ciò che potrebbe accadere di nocivo , in  danno  a persone e cose.  Il problema dell’ansia , pertanto , interessa e coinvolge quasi tutti gli esseri umani , però esso viene ad assumere  gradi  di gravità  in determinati  individui , il cui numero  , purtroppo , al giorno d’oggi è assai elevato  e forse in aumento ,  i quali si sentono  assillati  dall’ansia , a volte quasi in modo permanente  nel corso delle proprie attività , sino ad avvertire ed essere colpiti da veri e propri attacchi di panico , in determinate situazioni critiche , spesso di tipo ambientale  o relazionale .

La cosiddetta “ paura “ , l’ansia , sono elementi – per così dire – positivi , nel senso che costituiscono essi segnali necessari di allarme  nei confronti di un pericolo . Ma questi , se la nostra mente non è bene e costantemente  esercitata , possono  avere il sopravvento , diventare “ negativi “ ,  di pericoloso indebolimento  e distruzione  delle energie di difesa  individuali.  

L’ansia dovuta alla paura di poter morire da un momento all’altro  o da  possibili aggravamenti di sintomi  patologici . L’ansia  determinata da fattori ambientali , dal buio , da locali chiusi  oppure troppo aperti , troppo alti , dalla folla , dalla insicurezza  su una determinata prestazione individuale  di lavoro o di natura relazionale , etc.. .

Una cosa è certa . L’ansia , in tutti i casi ,  trova  la sua origine  nel  “ pensiero “ . Quindi , essa è praticamente un fenomeno che dipende esclusivamente  dalla mente di ciascuno  e nei casi  più gravi , dal fatto che la mente stessa è stata abituata  troppo spesso a  non  allenarsi “ ,  nella “gestione “  dei pensieri, i quali spesso si rivelano occupati , impossessati da idee di tipo ossessivo , a volte anche in modo ricorrente , da manie o fobie , da paure che riguardano il più delle volte “ immaginazioni “  e non fatti reali e immanenti , ma piuttosto  come  possibili   “ riproduzioni “  di fatti ed episodi negativi accaduti nel passato.  

Pertanto , sarebbe assai utile il saper “allenare “ la nostra mente , quotidianamente , in modo sistematico , a pensare in modo “positivo “ .  Cioè , non nel senso di dover ritenere  in modo  solo  positivo  e favorevole  la vita reale  e  tutto ciò  che avviene e potrebbe avvenire nel futuro . La qualcosa sarebbe fuori da ogni logica.  Bensì  nel ritenere  , in modo prevalente , che rispetto a qualsiasi evento negativo , difficile , critico , riguardante il proprio stato personale o una particolare situazione , la nostra mente sia capace  di prospettare  e credere  in  probabili , come pure realmente possibili soluzioni  positive , risolutive del problema stesso . Specie riguardo  a sintomi patologici , o anche a  situazioni di malattie già in corso .

Per riuscire ad ottenere ciò , occorre impegnarsi  individualmente ad un esercizio quotidiano  o comunque sistematico , della propria mente ,( e possiamo farlo anche da soli , non necessariamente frequentando  corsi , lunghi e costosi ) ,  rivolto a contenere e sino a  ridimensionare in misura efficace  l’impulso istintivo di pensare che qualsiasi fatto negativo , grave , accaduto ad una persona , in un determinato luogo , possa senz’altro , fatalmente ,  accadere a noi stessi oppure che non vi siano sufficienti garanzie  a che lo stesso fatto non possa degenerare in modo assai più grave e generalizzato.

Fattore essenziale , in tale tipo di esercitazione mentale , è la “ volontà “ soggettiva  .  “ Io voglio pensare in modo positivo , verso il meglio , e non verso il peggio “. Ciò , mi darà la forza , l’energia sufficiente ad affrontare il problema immanente , in modo efficiente e con efficacia , ma anche situazioni future momentaneamente ritenute , sotto il profilo emotivo , fonte di ansie e preoccupazioni.

Sarà altrettanto utile e opportuno  provare , più volte , ad affrontare fisicamente             ( meglio se da soli ) quelle situazioni  che sono ritenute come “fonte ansiogena”  e in tali contesti esercitarsi  a respirare ed espirare  profondamente ,  ripetersi nella mente , o anche ad alta voce , 

“ Sono sicuro che tutto va bene  e che ce la farò “ .



LE  PAURE 

Vivere nelle paure è come  avere perduto ogni possibilità di essere sereni . Paure fisiche e paure psicologiche , della precarietà della vita , delle malattie , delle sofferenze , della morte , di essere abbandonati , di sentirsi soli , dell’incertezza del futuro , della perdita dei nostri beni . Ma paura è soprattutto  la perdita , il non  credere più  e  il non aver più fiducia e speranza nelle virtù morali e nei sentimenti  dell’amore e della solidarietà verso gli altri , verso chi ha più bisogno , della pace e della concordia , dell’ aiuto  e  del sostegno , sia fisico , sia psicologico , nei confronti di chi soffre . Infatti , molte delle paure hanno origine proprio dall’egoismo , dal costante bisogno di pensare e agire solo per sé stesso , solo per il proprio interesse  e che determina in chi è egoista  un particolare stato d’animo, che acuisce , anche a volte in misura drammatica ,  le paure verso la precarietà della esistenza , delle cose e l’incertezza del futuro, nonché la sfiducia verso gli altri, condannando l’egoista ad una progressiva emarginazione e solitudine.

Nota :



ANSIA  e   COLON  IRRITABILE
L’ansia e, più in generale, i nostri stati emotivi sarebbero in grado di provocare gli spasmi del colon lamentati dai soggetti affetti dalla sindrome del colon irritabile. Infatti,  il colon è ricco di terminazioni nervose che lo mettono in stretto collegamento con il nostro cervello.
Inoltre, nei soggetti ansiosi il cervello è sicuramente più reattivo nei confronti delle proprie sensazioni corporee e quindi anche del dolore, a causa della costante “situazione di allarme” generata dall’ansia.
Una aumentata suscettibilità al dolore sembra essere correlata alla produzione della “serotonina “ , il neurotrasmettitore  del buon umore e del benessere  , i cui livelli  vengono riscontrati  bassi negli individui che soffrono appunto del colon irritabile.
Di conseguenza, il trattamento ottimale per la cura della sindrome del colon irritabile sembra essere quello che prevede una terapia di tipo farmacologico (utile ad alleviare i sintomi) alla quale , però , è opportuno  affiancare un adeguato percorso psicologico, volto a potenziare le risorse personali utili ad affrontare e contrastare l’ansia e lo stress quotidiano.



IL  TUNNEL 
Quando la nostra vita imbocca un “tunnel “ , dal quale non riusciamo e non sappiamo come uscire.
( Da un racconto buddista )
“Un uomo, che aveva perso la moglie durante il parto, stava allevando suo figlio da solo e lo amava più di ogni altra cosa al mondo. Un giorno, mentre il padre era fuori casa, dei saccheggiatori bruciarono la maggior parte della città e rapirono suo figlio.
Quando il padre tornò, confuse uno dei cadaveri bruciati e pensò che fosse suo figlio. Completamente devastato dal dolore, fece cremare il corpo e mise le ceneri in un’urna che collocò nel posto migliore della casa.
Alcuni giorni dopo il ragazzo, che era riuscito a fuggire ai saccheggiatori, tornò di corsa a casa e bussò alla porta della casa che suo padre aveva appena ricostruito.
L’uomo chiese chi fosse. Quando il ragazzo rispose: “sono io, tuo figlio, ti prego, fammi entrare”, il padre strinse forte sul suo petto l’urna con le ceneri e pensò che un bambino del villaggio gli stava giocando uno scherzo crudele.
“Vai via”, urlò.
Il ragazzo continuò a bussare alla porta e implorò il padre di aprirgli. Tuttavia, l’uomo, convinto che non fosse suo figlio, continuava a dirgli di andarsene.
Alla fine, il ragazzo si arrese. Se n’è andò e non tornò mai più.”
Questa storia, che fa parte di una collezione di parabole buddiste, può sembrare assurda, ma la verità è che in diverse occasioni ci siamo comportati come il padre della storia.
Trasformiamo l’improbabile in impossibile ogni volta che:
– Ci aggrappiamo a un’idea supponendo che sia una verità assoluta e immutabile, così chiudiamo la porta della nostra mente e impediamo alla verità di entrare.
– Diventiamo vittime del bias di conferma, e mentalmente notiamo solo i dettagli che confermano la nostra versione della storia, quelli che ci permettono di credere a ciò che crediamo, trascurando prove e argomenti contrari.
– Confondiamo il concetto di improbabile con quello di impossibile, quindi non ascoltiamo nemmeno quando l’opportunità bussa alla nostra porta.
Dobbiamo stare molto attenti a questo pregiudizio perché l’ostinazione, il fatto di mantenerci aggrappati a certe idee per “difendere” il passato o mantenere intatto il nostro ego, può indurci a perdere ciò che amiamo. Non dobbiamo dimenticare che l’orgoglio e la rigidità sono le ragioni principali per cui distruggiamo le nostre relazioni interpersonali.
Come il padre della storia, possiamo perdere delle persone importanti per noi, o lasciarci sfuggire delle grandi occasioni, solo perché non siamo stati in grado di notare i segni che indicavano che ci stavamo perdendo.
Non trasformare l’improbabile in impossibile
C’è una differenza importante, che spesso trascuriamo, tra ciò che potremmo definire improbabile e ciò che è impossibile. Ci sono fatti che sono poco probabili, ma anche così, contengono dentro di sé il seme della possibilità. Molte volte, dipende da noi annaffiare e prenderci cura di quel seme così che germini e cresca.
Non possiamo cadere nell’errore di pensare che le cose improbabili siano impossibili, perché in questo modo ci precludiamo proprio i percorsi più appassionanti, che possono aiutarci a crescere e darci le maggiori soddisfazioni. Le cose improbabili sono solitamente grandi sfide, ed è in queste sfide che cresciamo come persone e mettiamo alla prova le nostre capacità.
Perché rendiamo impossibile l’improbabile?
– Per paura. Alcune situazioni, specialmente quelle che percepiamo come sfide, possono generare qualche timore perché generalmente contengono una buona dose d’incertezza. E normalmente l’incertezza non ci piace, preferiamo la sicurezza. In quei casi la paura può bloccarci.
– Per resistenza al cambiamento. Quando una situazione è troppo impegnativa e contiene molti nuovi elementi che vanno oltre ciò che conosciamo, possiamo sviluppare la resistenza al cambiamento, ci atteniamo al desiderio di rimanere nella nostra zona di comfort.
– Per testardaggine. Ci sono momenti in cui, per ottenere qualcosa, dobbiamo rinunciare ad altre cose. Tuttavia, non siamo sempre disposti ad ammettere che ci siamo sbagliati, quindi preferiamo rimanere fedeli alle nostre idee, anche se non ci permettono di crescere e ci chiudono la strada verso le buone opportunità.
– Per mancanza di fiducia. Molte persone non sono trattenute dalla mancanza di capacità, ma dalla mancanza di fiducia. Quando non abbiamo fiducia in ciò che siamo capaci di fare, tendiamo a pensare che per noi le cose improbabili sono impossibili. È una scusa per non provarci.
Per concludere, Hermann Hesse ci dà un eccellente consiglio: “affinché il possibile sorga, l’impossibile deve essere provato ancora e ancora”. Ed Eleanor Roosevelt ci ha detto: “devi fare le cose che pensi di non poter fare”. Assicurati di non diventare il tuo principale ostacolo.



Note  :

Il cioccolato fondente aiuta a migliorare l’umore, incrementa la serotonina ed aiuta a contrastare la depressione e l’ansia;


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                                Distinti  Saluti
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PROGETTO DI SVILUPPO GIOVANI ITALIANI

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