LA
MENTE E L’ANSIA
SUGGERIMENTI TERAPEUTICI
MENTALI PER UNA
VITA SANA E
GIUSTA
Vi
accorgerete che a ciascuno di voi riuscirà
senza dubbio molto utile , anche se non sufficiente , saper adottare e
praticare una terapia mentale autogena , basata sulla riflessione
e memorizzazione dei suggerimenti
, qui sotto elencati , i quali ,
però , devono saper essere trasferiti
in adeguati e corrispondenti
comportamenti individuali nel corso delle nostre quotidiane attività di
vita , allo scopo di migliorarne la
qualità e l’efficienza , e soprattutto al fine di riacquisire un
equilibrio psico-fisico in noi
stessi e
nei rapporti con il mondo
esterno.
Di ogni pensiero della
tua mente il tuo corpo ne risente .
Se il male vuoi allontanare , sempre al bene
devi pensare.
Non devi aver timore di
non saper trovare la soluzione migliore .
Tutta la
realtà intorno a noi è energia . Noi stessi siamo fatti di energia e siamo
energia. Anche il nostro pensiero è energia . L’energia che è in
ciascun essere vivente , è l’energia
vitale , costruttiva, produttiva, e che
però ha un suo ciclo , più o meno lungo
, in base non solo alle caratteristiche fisiologiche individuali , ma anche in
relazione ai fattori e agenti esterni , la cui energia spesso si contrappone ad essa , per
distruggerla e annientarla .
Per tale motivo , ogni individuo è dotato di
agenti interni , chiamati “ anticorpi “ , deputati alla difesa dell’integrità
del corpo , cui appartengono , e il cui
compito è quello di contrastare gli attacchi degli agenti esterni contrari , con il fine di annientarli.
Ed è a tal
proposito che entra in gioco la mente ,
il pensiero . L’energia del pensiero è anch’essa una forza , la cui potenza ed
efficacia è enorme , ma che non è saputa sfruttare da ogni individuo , a causa della sua
incapacità a saper convogliare tale energia positiva per rinforzare le
proprie difese organiche .
Pertanto , è
fondamentale saper esercitare la propria mente , in modo costante e in maniera tale
che il nostro pensiero sia rivolto a far confluire più energia possibile ai
nostri anticorpi e a ridare al nostro essere , sotto l’aspetto psicologico ,
rinnovate risorse . A tale scopo è
assai utile ed efficace anche la fede , la preghiera , quella forza del
pensiero “ positivo “ rivolto verso il “bene “ .
L’ansia è un
fenomeno umano , senza dubbio naturale , fisiologico e che è generato dalla percezione soggettiva di situazioni di incertezza , di aspettativa su eventi anche
buoni , o per paura di un pericolo o di
insicurezza su ciò che potrebbe accadere
di nocivo , in danno a persone e cose. Il problema dell’ansia , pertanto , interessa
e coinvolge quasi tutti gli esseri umani , però esso viene ad assumere gradi
di gravità in determinati individui , il cui numero , purtroppo , al giorno d’oggi è assai
elevato e forse in aumento , i quali si sentono assillati
dall’ansia , a volte quasi in modo permanente nel corso delle proprie attività , sino ad
avvertire ed essere colpiti da veri e propri attacchi di panico , in determinate situazioni critiche , spesso di tipo
ambientale o relazionale .
La
cosiddetta “ paura “ , l’ansia ,
sono elementi – per così dire – positivi , nel senso che costituiscono essi
segnali necessari di allarme nei
confronti di un pericolo . Ma questi , se la nostra mente non è bene e
costantemente esercitata , possono avere il sopravvento , diventare “ negativi “ , di pericoloso indebolimento e distruzione
delle energie di difesa
individuali.
L’ansia dovuta
alla paura di poter morire da un momento all’altro o da
possibili aggravamenti di sintomi
patologici . L’ansia determinata
da fattori ambientali , dal buio , da locali chiusi oppure troppo aperti , troppo alti , dalla
folla , dalla insicurezza su una
determinata prestazione individuale di
lavoro o di natura relazionale , etc.. .
Una cosa è
certa . L’ansia , in tutti i casi ,
trova la sua origine
nel “ pensiero “ . Quindi ,
essa è praticamente un fenomeno che dipende esclusivamente dalla mente
di ciascuno e nei casi più gravi , dal fatto che la mente stessa è
stata abituata troppo spesso a non “allenarsi “ , nella “gestione “ dei pensieri, i quali spesso si rivelano
occupati , impossessati da idee di tipo
ossessivo , a volte anche in modo ricorrente , da manie o fobie , da paure che
riguardano il più delle volte “
immaginazioni “ e non fatti reali e
immanenti , ma piuttosto come possibili “ riproduzioni “ di fatti ed episodi negativi accaduti nel
passato.
Pertanto ,
sarebbe assai utile il saper “allenare “
la nostra mente , quotidianamente , in modo sistematico , a pensare in modo “positivo “ . Cioè , non nel senso di dover ritenere in modo
solo positivo e favorevole la vita reale e tutto
ciò che avviene e potrebbe avvenire nel
futuro . La qualcosa sarebbe fuori da ogni logica. Bensì
nel ritenere , in modo prevalente
, che rispetto a qualsiasi evento negativo , difficile , critico , riguardante
il proprio stato personale o una particolare situazione , la nostra mente sia capace di
prospettare e credere in
probabili , come pure realmente
possibili soluzioni positive ,
risolutive del problema stesso . Specie riguardo a sintomi patologici , o anche a situazioni di malattie già in corso .
Per riuscire ad ottenere ciò , occorre
impegnarsi individualmente ad un
esercizio quotidiano o comunque
sistematico , della propria mente ,( e possiamo farlo
anche da soli , non necessariamente
frequentando corsi , lunghi e costosi
) , rivolto a contenere e sino a ridimensionare
in misura efficace l’impulso istintivo
di pensare che qualsiasi fatto negativo , grave , accaduto ad una persona , in
un determinato luogo , possa senz’altro , fatalmente , accadere a noi stessi oppure che non vi siano
sufficienti garanzie a che lo stesso
fatto non possa degenerare in modo assai più grave e generalizzato.
Fattore
essenziale , in tale tipo di esercitazione
mentale , è la “ volontà “
soggettiva . “ Io voglio pensare in modo positivo , verso
il meglio , e non verso il peggio “. Ciò , mi darà la forza , l’energia
sufficiente ad affrontare il problema immanente , in modo efficiente e con
efficacia , ma anche situazioni future momentaneamente ritenute , sotto il
profilo emotivo , fonte di ansie e preoccupazioni.
Sarà
altrettanto utile e opportuno provare ,
più volte , ad affrontare fisicamente ( meglio se da soli ) quelle situazioni che sono ritenute come “fonte ansiogena” e in tali contesti esercitarsi a respirare ed espirare profondamente , ripetersi nella mente , o anche ad alta voce
,
“ Sono sicuro che tutto va bene e che ce la farò “ .
LE
PAURE
Vivere nelle
paure è come avere perduto ogni
possibilità di essere sereni . Paure fisiche e paure psicologiche , della
precarietà della vita , delle malattie , delle sofferenze , della morte , di
essere abbandonati , di sentirsi soli , dell’incertezza del futuro , della
perdita dei nostri beni . Ma paura è soprattutto la perdita , il non credere più
e il non aver più fiducia e
speranza nelle virtù morali e nei sentimenti
dell’amore e della solidarietà verso gli altri , verso chi ha più
bisogno , della pace e della concordia , dell’ aiuto e del
sostegno , sia fisico , sia psicologico , nei confronti di chi soffre . Infatti
, molte delle paure hanno origine proprio dall’egoismo , dal costante bisogno di pensare e agire solo per sé
stesso , solo per il proprio interesse e
che determina in chi è egoista un
particolare stato d’animo, che acuisce , anche a volte in misura drammatica
, le paure verso la precarietà della
esistenza , delle cose e l’incertezza del futuro, nonché la sfiducia verso gli
altri, condannando l’egoista ad una progressiva emarginazione e solitudine.
Nota :
ANSIA e COLON
IRRITABILE
L’ansia e, più in generale, i nostri
stati emotivi sarebbero in grado di provocare gli spasmi del colon lamentati
dai soggetti affetti dalla sindrome del colon irritabile. Infatti, il colon è ricco di terminazioni nervose che
lo mettono in stretto collegamento con il nostro cervello.
Inoltre, nei soggetti ansiosi il
cervello è sicuramente più reattivo nei confronti delle proprie sensazioni
corporee e quindi anche del dolore, a causa della costante “situazione di
allarme” generata dall’ansia.
Una aumentata suscettibilità al
dolore sembra essere correlata alla produzione della “serotonina “ , il neurotrasmettitore del buon umore e del benessere , i cui livelli vengono riscontrati bassi negli individui che soffrono appunto
del colon irritabile.
Di conseguenza, il trattamento ottimale
per la cura della sindrome del colon irritabile sembra essere quello che
prevede una terapia di tipo farmacologico (utile ad alleviare i sintomi) alla
quale , però , è opportuno affiancare un
adeguato percorso psicologico, volto
a potenziare le risorse personali utili ad affrontare e contrastare l’ansia e lo stress quotidiano.
IL TUNNEL
Quando la nostra vita
imbocca un “tunnel “ , dal quale non riusciamo e non sappiamo come uscire.
( Da un
racconto buddista )
“Un uomo,
che aveva perso la moglie durante il parto, stava allevando suo figlio da solo
e lo amava più di ogni altra cosa al mondo. Un giorno, mentre il padre era
fuori casa, dei saccheggiatori bruciarono la maggior parte della città e
rapirono suo figlio.
Quando il
padre tornò, confuse uno dei cadaveri bruciati e pensò che fosse suo figlio.
Completamente devastato dal dolore, fece cremare il corpo e mise le ceneri in
un’urna che collocò nel posto migliore della casa.
Alcuni
giorni dopo il ragazzo, che era riuscito a fuggire ai saccheggiatori, tornò di
corsa a casa e bussò alla porta della casa che suo padre aveva appena
ricostruito.
L’uomo
chiese chi fosse. Quando il ragazzo rispose: “sono io, tuo figlio, ti prego,
fammi entrare”, il padre strinse forte sul suo petto l’urna con le ceneri e
pensò che un bambino del villaggio gli stava giocando uno scherzo crudele.
“Vai via”,
urlò.
Il ragazzo
continuò a bussare alla porta e implorò il padre di aprirgli. Tuttavia, l’uomo,
convinto che non fosse suo figlio, continuava a dirgli di andarsene.
Alla fine,
il ragazzo si arrese. Se n’è andò e non tornò mai più.”
Questa
storia, che fa parte di una collezione di parabole buddiste, può sembrare
assurda, ma la verità è che in diverse occasioni ci siamo comportati come il
padre della storia.
Trasformiamo
l’improbabile in impossibile ogni volta che:
– Ci
aggrappiamo a un’idea supponendo che sia una verità assoluta e immutabile, così
chiudiamo la porta della nostra mente e impediamo alla verità di entrare.
– Diventiamo
vittime del bias di conferma, e mentalmente notiamo solo i dettagli che
confermano la nostra versione della storia, quelli che ci permettono di credere
a ciò che crediamo, trascurando prove e argomenti contrari.
–
Confondiamo il concetto di improbabile con quello di impossibile, quindi non
ascoltiamo nemmeno quando l’opportunità bussa alla nostra porta.
Dobbiamo
stare molto attenti a questo pregiudizio perché l’ostinazione, il fatto di
mantenerci aggrappati a certe idee per “difendere” il passato o mantenere
intatto il nostro ego, può indurci a perdere ciò che amiamo. Non dobbiamo
dimenticare che l’orgoglio e la rigidità sono le ragioni principali per cui
distruggiamo le nostre relazioni interpersonali.
Come il
padre della storia, possiamo perdere delle persone importanti per noi, o
lasciarci sfuggire delle grandi occasioni, solo perché non siamo stati in grado
di notare i segni che indicavano che ci stavamo perdendo.
Non trasformare l’improbabile in impossibile
C’è una
differenza importante, che spesso trascuriamo, tra ciò che potremmo definire
improbabile e ciò che è impossibile. Ci sono fatti che sono poco probabili, ma anche
così, contengono dentro di sé il seme della possibilità. Molte volte, dipende
da noi annaffiare e prenderci cura di quel seme così che germini e cresca.
Non possiamo
cadere nell’errore di pensare che le cose improbabili siano impossibili, perché
in questo modo ci precludiamo proprio i percorsi più appassionanti, che possono
aiutarci a crescere e darci le maggiori soddisfazioni. Le cose improbabili sono
solitamente grandi sfide, ed è in queste sfide che cresciamo come persone e
mettiamo alla prova le nostre capacità.
Perché rendiamo impossibile l’improbabile?
– Per paura.
Alcune situazioni, specialmente quelle che percepiamo come sfide, possono
generare qualche timore perché generalmente contengono una buona dose
d’incertezza. E normalmente l’incertezza non ci piace, preferiamo la sicurezza.
In quei casi la paura può bloccarci.
– Per
resistenza al cambiamento. Quando una situazione è troppo impegnativa e
contiene molti nuovi elementi che vanno oltre ciò che conosciamo, possiamo
sviluppare la resistenza al cambiamento, ci atteniamo al desiderio di rimanere
nella nostra zona di comfort.
– Per
testardaggine. Ci sono momenti in cui, per ottenere qualcosa, dobbiamo
rinunciare ad altre cose. Tuttavia, non siamo sempre disposti ad ammettere che
ci siamo sbagliati, quindi preferiamo rimanere fedeli alle nostre idee, anche
se non ci permettono di crescere e ci chiudono la strada verso le buone
opportunità.
– Per
mancanza di fiducia. Molte persone non sono trattenute dalla mancanza di
capacità, ma dalla mancanza di fiducia. Quando non abbiamo fiducia in ciò che
siamo capaci di fare, tendiamo a pensare che per noi le cose improbabili sono
impossibili. È una scusa per non provarci.
Per
concludere, Hermann Hesse ci dà un eccellente consiglio: “affinché il
possibile sorga, l’impossibile deve essere provato ancora e ancora”. Ed
Eleanor Roosevelt ci ha detto: “devi fare le cose che pensi di non
poter fare”. Assicurati di non diventare il tuo principale ostacolo.
Note :
Il cioccolato fondente aiuta
a migliorare l’umore, incrementa la serotonina ed aiuta a contrastare la depressione e l’ansia;
Eventuali note , commenti o richieste particolari
possono essere inviate alla seguente
e-mail : ilponteazzurro@libero.it